5 errori da evitare con un familiare affetto da disturbo ossessivo compulsivo

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Davide Di Giovanni, Psicologo e direttore di Life & Mind Psicologia

Il disturbo ossessivo compulsivo (DOC) può essere molto limitante sia per chi ne soffre sia per i familiari che vivono con lui.

IL DISTURBO

Il disturbo si compone di ossessioni, ossia pensieri sgradevoli e ripetitivi che causano ansia alla persona. Il contenuto di questi pensieri ruota spesso intorno al dubbio, come quello di non aver chiuso l’acqua, il gas, la porta di casa, la macchina, oppure il non aver perfettamente pulito una superficie o le proprie mani.

Le compulsioni consistono in quei comportamenti volti a ridurre il disagio e il dubbio causati dalle ossessioni, come il controllare più volte che la porta sia chiusa, lavarsi più volte le mani per essere sicuri che siano veramente pulite.Vi sono poi altri tipi di ossessioni e compulsioni meno conosciute, ma altrettanto limitanti.

 

I FAMILIARI

I familiari di persone con DOC sono spesso coinvolti nei loro sintomi, e finiscono per diventare, loro malgrado, una causa di mantenimento del disturbo.

Con l’idea di rassicurare il paziente e permettere ad entrambi vivere una quotidianità più leggera, il familiare compie degli errori che però è possibile evitare.

 

I 5 ERRORI DA EVITARE

Chiarendo subito che un familiare non può elevarsi a psicologo di un familiare con DOC, e che l’intervento di uno specialista è

comunque necessario, ci sono però 5 cose che può evitare di fare per evitare di alimentare il disturbo.

1) Rassicurare il paziente:

frasi come “tranquillo, la porta è chiusa” hanno un effetto solo momentaneo. Inoltre chiedere rassicurazioni diventa una vera e propria compulsione, che tenderà ad acuirsi, portando la persona a chiederne sempre di più.

2) Aiutare il paziente a mettere in atto le compulsioni:

fare una cosa al posto del paziente, come controllare che il gas sia chiuso o rifare il letto al posto suo significa far mettere in atto un evitamento. Evitare ciò che ci spaventa non fa che aumentare la paura stessa.

3) Accettare che le regole di casa vengano stravolte: il paziente può richiedere che anche

i componenti della famiglia mettano in atto dei comportamenti, come togliersi le scarpe, disinfettarsi le mani, o controllare determinate cose. Anche questo non fa che alimentare il disturbo, e fa passare per normale e condiviso ciò che invece non lo è.

4) Cercare di ragionare col paziente:

il DOC è per definizione composto da pensieri illogici, e tentare di ragionare col paziente non è né facile né utile. Questo perché la persona richiede ciò che nella maggior parte dei casi è impossibile, ossia la sicurezza al 100% che un evento non abbia luogo. Rischiamo quindi di aumentare le sue incertezze

5) Arrabbiarsi e imporsi con il paziente, impedendogli di mettere in atto le compulsioni:

questo non sempre è utile a smuovere il paziente, ma anzi può aumentare il senso di

colpa e di conseguenza le compulsioni. La persona potrebbe non sentirsi capita da chi gli sta vicino.

È necessario accordarsi in maniera anticipata con il paziente, sul mondo in cui gli si può essere di aiuto.