Il lutto anticipatorio

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Davide Di Giovanni, Psicologo e direttore di Life & Mind Psicologia

Tutti  noi  conosciamo  il  dolore  che  si  sperimenta  dopo  un  lutto,  ma  raramente  si  parla  del cosiddetto  dolore  anticipatorio  o  precoce,  ossia  quello  che  subentra  prima  di  una  perdita effettiva,  qualunque  essa  sia:  la  morte  di  una  persona  cara  o  di  un  animale  al  quale  siamo molto  legati,  un  cambio  di  ruolo  sul  lavoro  o  in  famiglia,  la  fine  di  una  relazione.

Come  sarà  la  mia  vita  senza  quella  persona?  Come  sarà  cambiare  lavoro?  Riuscirò  a  stare  da solo? Queste  sono  solo  alcune  delle  domande  che  subentrano  in  caso  di  dolore  anticipatorio,  il quale,  a  differenza  del  dolore  post-perdita,  comporta  elevati  livelli  di  rabbia  e  una  maggiore perdita  di  controllo  emotivo.

Si  definisce  “anticipatorio”  in  quanto  la  sofferenza  implica  una  serie  di  atteggiamenti  e reazioni  che  anticipano,  appunto,  quegli  stati  d’animo  che  solitamente  si  sperimentano  a seguito  di  una  perdita:  insonnia,  ansia,  diminuzione  dell’energia,  confusione,  difficoltà  di concentrazione,  tristezza,  rabbia,  paura,  disperazione,  ritiro  sociale,  isolamento.

Tuttavia,  le  caratteristiche  del  lutto  anticipatorio  possono  assumere  una  serie  infinita  di sfumature  ed  essere  vissute  in  maniera  totalmente  soggettiva.  L’attesa  del  lutto  può,  infatti, suscitare  sentimenti  di  angoscia  e  paura  che  si  originano  dall’ignoto  e  dall’impossibilità  di avere  totale  controllo  sugli  eventi.

Pertanto,  innanzitutto,  è  importante  capire  come  l’evento venga  vissuto  da  ciascuno  di  noi,  in  quanto  le  reazioni  possono  essere  le  più  disparate: l’abbandono  prematuro,  per  cui  viene  lasciata  l’incombenza  delle  cure  del  proprio  caro ricoverato  al  personale  sanitario;  il  rifiuto  della  morte  imminente  e  della  condizione  in  cui riversa  la  persona  morente;  la  speranza  della  morte  del  malato  che,  da  un  lato,  sancisce  la fine  della  sua  sofferenza,  dall’altro,  quella  dei  familiari.

Sebbene  il  dolore  anticipatorio  non  sia  un  sostituto  di  quello  comunemente  conosciuto,  il lutto  prima  della  perdita  effettiva  offre  un’opportunità  di  chiusura  e  una  maniera  per  trovare significato,  cose  non  sempre  possibili.  Il  senso  di  solitudine  che  spesso  scaturisce  da  una tale  situazione,  può  essere  parzialmente  alleviato  attraverso  il  confronto  con  le  persone  a  noi vicine   o  con  professionisti  che  possono  aiutarci  mediante  un  sostegno  psicologico  e interventi  mirati  per  quei  sintomi  collaterali  che,  normalmente,  scaturiscono:  ansia,  senso  di colpa  per  qualcosa  che  è  stato  non  detto  o  non  fatto,  preoccupazioni  e  timori  di  ulteriori perdite.

È  importante,  quindi,  riuscire  ad  esprimere  il  dolore  e  le  emozioni  ad  esso  connesse tenendo  presente  che  elaborare  un  lutto  non  significa  dimenticare  l’oggetto,  la  persona  o  il ruolo  perso,  ma  vivere  e  convivere  con  la  sua  assenza  conservandone  il  ricordo.