L’insegnamento del paguro: curare il dolore con il cambiamento – Il disagio che diventa opportunità

davide digiovanniTecniche

Alice Rabai, Psicologa di Life & Mind

Alice Rabai, Psicologa di Life & Mind

A tutti noi sarà capitato, almeno una volta nella vita, di imbattersi in un piccolo crostaceo conosciuto come paguro. È un animale che vive in conchiglie vuote, soprattutto negli ambienti acquatici ed è caratterizzato da una peculiarità: quando cresce e le dimensioni della conchiglia non sono più adatte a lui, ne cerca una nuova per proteggersi e mimetizzarsi.

Lo stimolo che rende possibile la crescita del paguro è il disagio, il dolore e la scomodità che porta questo piccolo essere a cercare una dimora più adatta alle nuove dimensioni.

A suo modo, il paguro ci insegna che i momenti difficili, per natura inevitabili, sono stimoli che suggeriscono che è arrivato il momento di cambiare e rinnovarsi e che sta a noi decidere se subire passivamente lo scorrere degli eventi o se invece, reagire, adattandoci in modo costruttivo ad essi.

A questo proposito, è opportuno ricordare un antico proverbio Buddista: “il dolore è inevitabile, la sofferenza è opzionale”.

Questo significa che, mentre il dolore fa parte delle fasi di rinnovamento e di cambiamento, la sofferenza che spesso da esso scaturisce, non è un’inevitabile conseguenza, ma una sorta di punizione che ci autoinfliggiamo.

Se un nostro amico ci delude, ferendoci e umiliandoci, magari per giorni e giorni, ripensiamo all’accaduto, rimuginiamo continuamente, fino a sentirci arrabbiati come se stessimo provando lo stesso malessere sperimentato in quel momento. In questo caso non è più l’amico che ci causa dolore, ma il nostro atteggiamento che, sottoforma di pensieri ed emozioni negative, non ci permette di “lasciar andare”.

Lasciar andare non significa necessariamente subire i torti da parte degli altri o far finta di nulla, ma accettare che alcune cose non sono sotto il nostro controllo e che il giudizio degli altri non deve definirci in termini di valore personale.

Esattamente come il paguro, abbiamo la possibilità di prendere il dolore, il malessere e trasformarli in qualcosa di più funzionale: per il piccolo crostaceo, questo vuol dire trovare una nuova conchiglia che possa ospitarlo, per noi essere umani potrebbe significare cercare nuovi stimoli, opportunità, risorse e persone che andranno a occupare un nuovo posto nella nostra vita.

Pertanto, se da un lato, a volte, possiamo sentirci impotenti di fronte a certe situazioni o atteggiamenti di altre persone, dall’altro, abbiamo la possibilità di trasformare tutto questo e dargli un nuovo aspetto.